Poetica della Migrazione
Mia nonna non ha mai visto la neve, nemmeno nei film. Ma l’idea di neve non le è estranea.
In una delle chiacchierate avute con lei in Ghana, mi disse che era troppo vecchia per visitare l’Italia. “E poi da voi fa freddo e nevica,” aggiunse. “Mi hanno detto che fa così freddo da farti colare il naso e lacrimare gli occhi.”
Mia madre aveva all’incirca la mia età quando vide la neve la prima volta. Era il 1991. Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, una forte nevicata ricoprì Verona. E come in ogni occasione che si vuole ricordare, mia madre si fece fotografare tra la neve.
Indossava un cappotto color pistacchio, che arrivava poco sopra gli stivaletti neri. Nelle tasche nascondeva le mani infreddolite. E il suo viso, rivolto verso l’obiettivo, svelava l’anticipazione di un sorriso.
Dietro di lei, oltre al prato innevato, un cartello pubblicitario, che leggeva, “Solo lei come lei.”